Piani dei Resinelli
In quell’angolo di paradiso… ci sono montagne di bei libri.
Ai Piani dei Resinelli, anche quest’anno, arriveranno autori che amano la montagna.
Bravi autori, alcuni già affermati e altri che lo saranno senz’altro.
Il primo appuntamento è con Antonio G. Bortoluzzi!
Sabato 23 giugno ore 17 Rifugio SEL Rocca-Locatelli
Antonio G. Bortoluzzi, Paesi alti (Biblioteca ell’Immagine).
dialoga con l’autore Mirella Tenderini
L’autore
ANTONIO G. BORTOLUZZI è nato in Valturcana (Alpago, Belluno) nel 1965. Ha pubblicato nel 2015 il romanzo Paesi alti (Ed. Biblioteca dell’Immagine)con cui ha vinto all’unanimità la 35a edizione del Premio Gambrinus – Giuseppe Mazzotti 2017 nella sezione Montagna: cultura e civiltà;con lo stesso romanzo è stato finalista al Premio letterario del CAI Leggimontagna nel 2015 e al Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo 2016.
Nel 2013 ha pubblicato il romanzo Vita e morte della montagna con cui ha vinto il Premio Dolomiti Awards 2016-17
Miglior libro sulla montagna del Belluno Film Festival. Il suo esordio risale al 2010 con il romanzo per racconti Cronache dalla valle (Ed. Biblioteca dell’Immagine).
Finalista e quindi segnalato dalla giuria del Premio Italo Calvino nelle edizioni 2008 e 2010 è membro accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna).
“Sono nato nel 1965 in un piccolo borgo in Valturcana nella conca dell’Alpago in provincia di Belluno. Poche case, molte stalle e sei famiglie. Prati ripidi, boschi, bestie, vecchi, donne e ragazzini. Una strada bianca tutta in salita che portava ad altri abitati altrettanto piccoli e senza la tabella con il nome. Nel borgo non c’era nulla: né un prato abbastanza in piano per fare una partita, né una bottega o una chiesetta. Tantomeno un telefono. C’erano un lampione, un portone di legno pieno di puntine dove mettevano gli annunci mortuari e un capitello di San Fermo con una spessa grata di metallo.. Alla fine, dopo ogni fallimento, mi sono accorto che una delle poche cose che sapevo fare era leggere. Dopo le lunghe giornate al lavoro nei cantieri e in fabbrica, dopo i bar, gli amici e perfino dopo l’amore rimaneva uno spazio che potevo riempire leggendo tutto quello che mi piaceva. Oppure potevo scrivere, cercando di dilatare quello spazio e quel tempo.””
Il libro
Paesi alti, scomparsi e ritrovati. Nel 1955 il borgo montano chiamato le Rive non aveva nemmeno la tabella con il nome. Lì viveva il giovane Tonìn con sua madre, dopo che il padre muratore era emigrato in Svizzera. Da febbraio a novembre, in attesa del ritorno del padre, Tonìn lavorò nei prati e con le bestie, immerso nel fluire delle stagioni. Furono mesi di neve e poi di sole, di erbe e fioriture, di fatica e raccolti, dentro i colori e le voci di un mondo dominato dalla natura. Mesi e mesi di vita, dove imparò a fare a pugni, s’innamorò, odiò, tentò di difendersi e continuò a sognare. Vicino a lui una madre austera, portatrice di fatiche, di segreti e di un compito. Attorno a loro una comunità antica e viva, testimone inconsapevole di un modo di vivere che sarebbe scomparso in pochi decenni. “Paesi alti”, un romanzo dove un ragazzino, una madre e la loro comunità di montagna diventano un vero compendio del mondo.