Domenica 13 settembre abbiamo la gita a Madonna di Campiglio, il pullman è pieno e abbiamo una lista d’attesa. Invito tutti ad indossare la maglia dell’assalto al Resegone. Ne porteremo da vendere a chi ancora non l’ha comprata.
Fine settimana in rifugio
Selini al Tour del Monte Rosa
Eccoci ad una nuova settimana verde. Dopo l’Alta via n.2 delle Dolomiti nel 2013 e la n.1 nel 2014, quest’anno abbiamo fatto un grande anello: il TMR, il Tour del Monte Rosa. Partiti da Alagna domenica 2 agosto, vi abbiamo fatto ritorno domenica 9 agosto 2015. Siamo stati molto fortunati perché il tempo è stato sempre molto bello tranne l’ultimo giorno dove siamo stati costretti a prendere la funivia perché diluviava.
Ecco la salita per antica mulattiera che sale da Alagna al passo del Turlo a 2731 metri e poi discende su Macugnaga con uno bellissimo zig-zag. Questa prima tappa è risultata essere la più lunga, in tutto ci abbiamo messo 12 ore comprese le soste. Essendo partiti al mattino presto da Lecco la giornata è stata decisamente lunga. Se poi consideriamo che lo zaino più leggero pesava 11 kg… Siamo partiti in 7: Laura, Giuliana, Luisa, Tonino, Roberto, Rosi ed io e tutti abbiamo raggiunto Macugnaga dove ci aspettavano Giorgio e Gilberto.
Lunedì mattina con cielo terso da Macugnaga siamo saliti al rifugio Oberto, Tonino e Rosi sono saliti in funivia e ci hanno portato una buonissima anguria! Non è da tutti un’anguria a quasi 3000 metri! Ma la giornata era molto calda e l’anguria molto gradita.
La vista dal rifugio era spettacolare, straordinarie vedute sulla parete est del Monte Rosa e lassù si vede anche la capanna Margherita.
Poco sopra il rifugio si arriva al Passo di Monte Moro a 2870 metri che fa da confine con la Svizzera e laggiù vediamo il lago artificiale di Mattmark. Molti operai italiani hanno costruito questa diga e purtroppo sono morti a causa di una frana di sassi e ghiaccio che si è staccata da una parete adiacente e questo per causa umana prevedibile ed evitabile, ma sembra che gli svizzeri avessero fretta di finire i lavori e poi abbiamo messo a tacere la questione. Per maggiori dettagli guardate questo link. https://it.wikipedia.org/wiki/Sciagura_di_Mattmark
Questi invece sono Marco e Antonio: gli zaini rispettivamente di Luisa e Roberto. Erano tra i più grandi e si sono meritati questo soprannome.
Gilberto e Giorgio che ci hanno accompagnato nella salita sono scesi per la stessa via rientrando a Macugnaga e poi a Lecco. Purtroppo Rosi si è dovuta unire a loro a causa di un problema con un dente che non le ha dato alternativa.
Noi 6 invece abbiamo continuato fino a raggiungere il lago e poi fino alla diga. Appena sotto c’era un pullman postale svizzero che ci ha condotti fino a Saas Almagell, Sass Fee e Stalden. Da qui abbiamo proseguito per Zermatt con il treno dove siamo arrivati alle 21,30. Mentre attraversavamo la nota località turistica in cerca dell’ostello siamo rimasti letteralmente folgorati dalla visione del Cervino che si è aperta improvvisamente davanti a noi.
Martedì abbiamo fatto riposo aggirandoci da turisti per Zermatt. Abbiamo visitato il museo e ci siamo arrangiati con il pranzo alla bell’e meglio visti i prezzi esorbitanti. Quest’anno ricorreva il 150° anniversario della prima salita al Cervino effettuata da un inglese insieme a delle guide locali e ci sono grandi celebrazioni, viene perfino illuminata la cresta alla sera. E’ anche il 50° anniversario della salita della parete nord in solitaria fatta da Bonatti, ma di questo gli svizzeri credo si siano dimenticati. Bisogna però ammettere che il Cervino dal versante Svizzero è superbo!
Ed eccoci a mercoledì, si riparte, gambe in spalla, 1800 metri di dislivello tutti a piedi dall’ostello fino al Teodulo a 3337 metri. Ancora una bellissima giornata con vista costante sul Matterhorn che catalizza costantemente l’attenzione; è praticamente impossibile staccare lo sguardo da questa meraviglia della natura. E poi ci sono queste simpaticissime pecore autoctone.
Qui ci sono Luisa e Giuliana e il ghiacciaio che scende dal Braithorn
Luisa, Giuliana e Laura sono pronte per attraversare il ghiacciaio.
Giovedì ripartiamo seguendo i segnali che ci hanno accompagnato per tutta la settimana e scendiamo sopra Cervinia dove in inverno si scia, per poi passare nella splendida valle dell’ Aventine e alla Comba di Rollin.
E cammina cammina arriviamo fino in Val D’Ayas al rifugio Ferraro. Ci fermeremo due notti in questo rifugio per aver modo di salire al Mezzalama. Si tratta di un posto molto molto carino, accogliente, si mangia bene, la gestrice Fausta è proprio brava. Ve lo consiglio vivamente. Noi ci siamo arrivati dopo una lunga giornata di cammino ma è raggiungibile dal fondovalle in una mezz’ora.
Venerdì, sempre fortunatissimi con il meteo, siamo saliti al rifugio Mezzalama passando dal lago Blu e abbiamo raggiunto il rifugio sul sentiero che passa proprio sul filo della morena. Si arriva in mezzo ai ghiacciai sotto il Lyskam, spettacolo infinito!
Se si prosegue oltre il Mezzalama si può raggiungere il rifugio Guide D’Ayas.
Al ritorno abbiamo avuto un bell’incontro con la fauna locale, prima un camoscio, poi due e un paio d’ore dopo siamo arrivati a 6 bellissimi esemplari.
Sabato lasciamo a malincuore il rifugio Ferraro per dirigerci verso il Gabiet. Il sentiero è molto bello e la visione del Rosa ora è sul versante meridionale.
Nel pomeriggio ci raggiunge la perturbazione e ci rifugiamo in una stalla. Ad una tregua ci avviamo per scendere fino a Sfaffal ma un altro acquazzone ci prende in pieno, così prendiamo una bidonvia per salire al Gabiet. Quassù il rifugio era pieno così per fortuna siamo in un piccolo albergo dove riusciamo ad asciugare gli scarponi.
Domenica, ultimo giorno, alle 8,00 non piove anche se il cielo è plumbeo. Mentre facciamo colazione dal fondo della valle vediamo salire la pioggia. Ci dobbiamo rassegnare, rientreremo ad Alagna in funivia. Vestiti, o meglio, impacchettati di tutto punto scendiamo a prendere l’ovovia, tanto saranno 5 minuti, ma sono bastati per lavarci i piedi!! Intanto un fulmine ha bruciato non abbiamo bene capito cosa della funivia, dobbiamo aspettare che la riparino. Aspetta, aspetta, e quando ci hanno già caricato sui pick-up per raggiungere il Passo dei Salati la cabinovia improvvisamente riprende a girare. Tutti giù dal pick-up e su sulla funivia. Saliamo ai Salati e scendiamo dal versante opposto fino ad Alagna.
Questa cosa di saltare l’ultimo giorno di un così bell’anello proprio non la digeriamo. Potremmo tornare a ripercorrere questo tratto, ma come? Se ci vogliono 5 ore a piedi attraverso il Col d’Olen, con l’auto sono 180 km da Gressoney ad Alagna, non è fattibile, e allora? Allora ideona, l’anno prossimo gita SEL! Siete avvisati!!!
Chichi e compagnia.
Sistemazione del sentiero 7-17 al Resegone
Due mesi fa, in occasione della Resegup, il caro amico e volontario dello staff Gianmario mi disse di voler mettere in piedi un’associazione allo scopo, tra gli altri, di tenere in ordine e sistemare i sentieri delle montagne intorno a Lecco; la sua idea, che potrebbe non sembrare poi così originale, era quella di coinvolgere soprattutto giovani ragazzi che già conosceva e che sapeva essere molto volenterosi, ma ai quali mancava un’organizzazione vera e propria… Ci chiameremo “I Beck”, diceva…
Così, un paio di settimane fa, io e mio padre (il “capanatt” Maurizio), essendoci resi conto che il sentiero solitamente percorso dalla nostra mula per trasportare i viveri al rifugio (ovvero il 7-17, che sale dai Piani d’Erna attraverso il Pass del Giuff) era messo male, abbiamo deciso di chiedere aiuto a Gianmario a al gruppo dei “Beck”, i quali si sono presentati in dieci.
Molti di loro erano ragazzi poco più che ventenni, che con grande zelo, presi in mano gli attrezzi, si son messi a sistemare il sentiero sotto la direzione di mio padre. Nel giro di cinque ore il gruppo ha scavato, picconato, rastrellato, spostato sassi, riuscendo a ricreare un sentiero “a prova di mulo”.
Alla fine, a pomeriggio inoltrato, ci siamo seduti tutti assieme all’interno del rifugio per goderci un meritato pranzo accompagnato da buon vino.
Fa piacere vedere gente disposta a tenere in ordine volontariamente le montagne tanto care ai lecchesi, soprattutto in un periodo in cui certe usanze sembrano, soprattutto tra i giovani, sempre più cadere in disuso… Naturalmente tutti i nostri ringraziamenti vanno ai “Beck”, con un in bocca al lupo per i loro progetti futuri!
Stefano Valsecchi – Rifugio Azzoni
FESTA DEI MAI STRACC
FOTO DELLA GITA IN DOLOMITI
LA PROSSIMA GITA
Sorprese sui sentieri- Terz’alpe 12 luglio 2015
Siamo partiti leggermente in ritardo ed abbiamo imboccato il sentiero che dal parcheggio per le fonti Gajum, a Canzo, porta a Prim’alpe.
La temperatura era calda ma non troppo. Per fortuna siamo stati quasi sempre nel bosco.
Silvia, la nostra amica naturalista, ci ha accompagnato lungo il fiume seguendo il percorso del sentiero geologico della val Ravella quasi fino in fondo.
Ci siamo soffermati a leggere i cartelli descrittivi ed abbiamo apprezzato le differenti rocce presenti in loco (la zona è ricca di massi erratici e di rocce provenienti da varie parti della valsassina e della valtellina).
Quasi alla fine del percorso geologico abbiamo preso un sentiero che si inerpicava sulla sinistra e siamo arrivati a Prim’alpe dove abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco su un prato.
Dopo di che abbiamo visitato il centro di educazione ambientale che ci ha dato maggiori informazioni sulla geologia, sul bosco e sui suoi abitanti.
Terminata la visita ci siamo inoltrati sul Sentiero dello spirito del bosco ed abbiamo apprezzato le numerose sculture lignee presenti ( libellule, gnomi, folletti …), il labirinto e le costruzioni in legno (ponti e piattaforme intorno agli alberi) che hanno molto affascinato i bambini presenti.
Così siamo giunti a Terz’alpe dove ci siamo fermati per una breve merenda sul prato adiacente l’agriturismo.
Abbiamo anche potuto veder gli animali dell’agriturismo (mucche, asini…).
Sulla via del ritorno abbiamo visitato quel che resta di Second’alpe e i progetti che le girano attorno con Legambiente.
La giornata è stata calda ma molto interessante e istruttiva.
SELINI IN CIMA AL MATITONE
Mercoledì 22 luglio siamo andati a visitare il campanile della basilica di Lecco. Eravamo in 28!! Grazie ad una geniale idea di alcuni ragazzi della parrocchia di Lecco ora il nostro bel matitone è visitabile. Questi ragazzi hanno ripulito, messo in sicurezza e reso accessibile il tutto. Svolgono questo lavoro come volontari e raccolgono offerte da devolvere in beneficenza. Per informazioni più dettagliate andate sul sito www.campaniledilecco.it
Si parte dai sotteranei dove viene spiegata la storia delle fondamenta. Poi si sale dalla scala che gira tutto intorno.
C’è perfino un modellino del campanile fatto con i LEGO.
Una volta raggiunte le campane la vista è magnifica.
Ma si sale anche sopra le campane grazie ad una scala a pioli
Quassù, appena sotto la punta del matitone, c’è un terrazzo che gira tutto intorno e consente veramente una vista a 360° sulla nostra bella città.
Le campane viste dall’alto con uno scorcio del lago
Affrontiamo impavidi la scala a pioli…vediamo se indovinate il lato B dei nostri amici…
Ma poi bisogna anche scendere, intanto è arrivato il tramonto e le foto si sprecano
Foto ricordo del gruppone
Tante grazie ai ragazzi volontari della parrocchia per la loro disponibilità e l’organizzazione perfetta!!! Complimentoni!!!
ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Ieri sera si è svolta l’assemblea straordinaria della nostra Società ospitata per l’occasione nella sede API di Lecco. Nell’immagine ci sono Giusi Negri, Pippo Cattaneo, Mariarosa e Mauro Colombo.
Al primo punto le tematiche più prettamente tecniche riguardanti il parafulmine del rifugio Grassi dove l’esito è stata la proposta di un incontro tra le varie parti direttamente coinvolte. Ecco la rifugista Anna Bartoletto con il marito Amos
A seguire la proposta di alienazione del rifugio Rocca Locatelli ai piani dei Resinelli che è stata accolta favorevolmente da tutti i partecipanti con due voti contrari e un astenuto. In pratica hanno votato a favore più dei due terzi dei partecipanti all’assemblea, pertanto è possibile vendere il rifugio. Nel caso si trovasse un acquirente sarà necessaria però un’altra assemblea per l’approvazione. Non si esclude di continuare con l’affitto della struttura se si trovasse un gestore.